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Dare alla luce una vita, esperienza parto.

Dare alla luce una vita, esperienza parto.

In collaborazione con Wagz

Ed eccomi qui, dopo un mese e mezzo dal parto, a parlarvi di questa fantastica esperienza che ricorderò per sempre come momento di vera connessione con me, mia figlia Fara e il Tutto (come spesso nella filosofia dello yoga si definisce quello che ci circonda a 360°, dentro e fuori di noi).

Fara allo scoccare della trentanovesima settimana ha deciso di nascere, ore 8:00 del mattino ho rotto le acque e ore 10:00 ero già ricoverata in sala preparto.

Ricordo perfettamente le sensazioni quella mattina non erano di paura, ma di infinita gioia perché sapevo che, di lì a poco, in un modo o in un altro, avrei tenuto tra le braccia mia figlia.

Dico in un modo o in un altro perché dalle mille esperienze delle mie amiche, e non, ho capito che ancor’oggi il parto è un enigma per tutti anche per l’ostetrica più brava e preparata.

Le contrazioni sono arrivate dopo molte ore e io, sdraiata nel mio letto di ospedale, ho cominciato a connettermi con lei, con la mia bambina, facendole percepire amore e senso di protezione, facendole capire che non era sola e che avremmo come sempre lottato in due.

E così dopo una manovra interna di un’ostetrica sia le contrazioni che la dilatazione sono aumentate, portandomi a 3 cm in sala parto.

Devo dire che la scelta di avere un’ostetrica per me e il mio ginecologo in sala parto è stata una delle migliori, mi hanno fatta sentire in una “comfort zone”, senza pensieri o paure inaspettate.

Lo so che dirò una cosa strana ma le mie prime contrazioni fino a 5 cm di dilatazione, mi facevano male da un lato ma, allo stesso tempo, erano in qualche modo piacevoli.

Sapevo che era il modo di Fara di farsi sentire, era la sua voce che mi diceva mamma preparati, agganciati al mio ritmo e quando sarà ora spingiamo insieme.

Poi al momento giusto, che ho deciso io, è arrivata in mio aiuto la peridurale, che consiglio a tutte, ma se possibile solo il primo dosaggio affiche’ le spinte siano il più vere possibile fino alla fine.

In meno di un’ora ero con la giusta dilatazione che ti porta poi all’ultima fase, quella espulsiva. Wow, che forza dobbiamo tirare fuori noi donne?

Non pensavo fosse così complicato spingere a ritmo delle contrazioni respirandoci dentro nel modo corretto. Anche ora dopo averlo vissuto non riesco a spiegarvelo, solo chi lo ha provato può capire cosa succede in quel momento e come la vita uscendo dal nostro corpo possa trasformarci e donarci per un momento poteri quasi “sovraumani”.

E così dopo un’ora di spinte ho sentito il pianto di Fara, che emozione e ho iniziato a piangere con lei in un modo molto liberatorio.

Dopo poco era pelle a pelle a contatto con il mio busto e io la guardavo incredula.

È molto importante per i neonati l’imprinting iniziale e soprattutto attivare da subito il loro riflesso di suzione, un istinto primario di sopravvivenza che li porta a nutrirsi immediatamente dopo la nascita e così è stato anche per Fara che già in sala parto ho potuto allattare.

In corpo avevo una scarica di adrenalina così forte che in due ore ero già in piedi e non sono riuscita a chiudere occhio per tutta la notte.

Appena ho visto mia figlia, assomigliando molto a me da neonata; piena di capelli, con il naso all’insù e la bocca a cuoricino, è come se mi fossi riconosciuta in lei, come se fosse parte di me da sempre.

Benvenuta al mondo piccola Fara Alma, i tuoi genitori ti aiuteranno a crescere in libertà e gratitudine.

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